Lettera aperta degli Psicologi a sostegno della Lingua dei segni italiana (LIS)
Psicologi sordi e udenti hanno scritto un manifesto per sostenere il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana, evidenziando tutte le prove scientifiche a favore dell’educazione bilingue.
Si chiede una presa di posizione ufficiale da parte degli Ordini degli Psicologi regionali e nazionale e delle associazioni professionali.
Gli psicologi che intendono sostenere il manifesto possono firmare nei commenti o mandare una mail con il loro nome, cognome, albo regionale di riferimento ed eventuale associazione di appartenenza all’indirizzo mail responsabile@lissubito.com.
Siamo un gruppo di psicologi sordi e udenti che si pone l’obiettivo di sensibilizzare gli Ordini degli Psicologi regionali e nazionale, le associazioni di psicologi ed i colleghi tutti, riguardo al problema del riconoscimento legislativo della lingua dei segni italiana (LIS). La LIS è una lingua naturale veicolata attraverso il canale visivo-manuale ed utilizzata nel territorio italiano da parte dei componenti della Comunità Sorda, che possono essere sordi e udenti, segnanti nativi o tardivi.
Attualmente tutti i Paesi europei, ad eccezione di Italia e Lussemburgo, hanno riconosciuto le proprie lingue dei segni nazionali, in applicazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che vincola gli Stati che l’hanno ratificata a garantire il diritto all’accessibilità alla comunicazione nelle modalità più appropriate per ciascun individuo.
In Italia il riconoscimento della lingua dei segni nazionale, sebbene esplicitamente previsto dalla Convenzione ONU, non è ancora avvenuto.
La sordità è un mondo che comprende da una parte aspetti medico-riabilitativi, dall’altra aspetti psico-socio-culturali: questi due punti di vista è auspicabile dialoghino in sinergia. Tuttavia, in Italia una prospettiva oralista considera la sordità esclusivamente da un punto di vista medico, come una “malattia”. Tale rigidità rischia di ripercuotersi sul processo di accettazione del Sé e disviluppo di una positiva autostima, nel bambino sordo come nell’adulto. La prospettiva oralista ritiene infatti che per garantire ai bambini e agli adulti sordi piena inclusione sociale e un positivo sviluppo del concetto di Sé, siano necessari esclusivamente una protesizzazione precoce e un percorso logopedico intensivo volto ad apprendere solo la lingua vocale. L’errore è quello di ritenere che nascondendo la diversità venga agevolata l’accettazione dell’individuo sordo da parte di se stesso e degli altri; è quello di voler includere la minoranza nella maggioranza; di prevedere un percorso monolingue, anziché bilingue, nella convinzione che questo agevoli la partecipazione dell’individuo sordo al mondo udente maggioritario.
Riteniamo, tuttavia, che focalizzarsi sul solo apprendimento dell’Italiano, sebbene assolutamente indispensabile, non sia sufficiente a garantire uno sviluppo armonico della personalità, il quale in molti casi è invece favorito da percorsi bilingui. Inoltre, per una reale inclusione di molte persone sorde adulte alla vita sociale è indispensabile che lo Stato preveda servizi in LIS.
Riteniamo cruciale che le famiglie dei bambini sordi e gli adulti sordi per loro stessi, abbiano la possibilità di poter scegliere la LIS all’interno del proprio percorso di vita. Ciò che sopra ogni cosa riteniamo infatti che vada salvaguardata e tutelata con decisione, è la libertà di scelta dell’individuo se essere monolingui (e apprendere solo l’Italiano) o bilingui (e apprendere dunque sia la LIS che l’Italiano)! Una tale auspicabile libertà di scelta però, potrà essere reale solo se si garantisce un’informazione corretta, completa e non parziale. In particolare, se con la stessa accuratezza utilizzata per gli aspetti medici, venissero offerte informazioni e servizi di tipo psicologico, nonché sociale e culturale.
Al di là delle motivazioni di tipo politico (la necessità di dare applicazione alla Convenzione dell’Onu e di garantire il diritto all’accessibilità per tutti), elenchiamo brevemente, sulla base di innumerevoli studi nazionali[1] e internazionali[2], diverse argomentazioni a sostegno del percorso legislativo di riconoscimento della LIS, nonché di politiche educative e sociali che ne prevedano e promuovano attivamente l’uso:
- È scientificamente errato e psicologicamente pregiudizievole, ritenere che l’apprendimento della LIS pregiudichi, o peggio ancora danneggi, l’apprendimento dell’Italiano.
- Il successo, in termini di recupero uditivo, delle tecnologie mediche più avanzate nel trattamento della sordità quali impianto cocleare e/o protesi digitali, dipende da molti fattori tra cui: età di insorgenza e di protesizzazione, tipologia e storia della sordità, attivo coinvolgimento della famiglia etc. Inoltre, la percezione uditiva così ottenuta non è garanzia di un pieno accesso alla vita sociale, né di un positivo sviluppo di Sé e questo non solo perché permangono differenze rispetto alla percezione uditiva di una persona udente, bensì perché molto altro è indispensabile per il benessere psicologico dell’individuo in età evolutiva e adulta, risorse che molti trovano nella LIS.
- Il passaggio dalla percezione alla comprensione del linguaggio verbale richiede un lungo periodo di training logopedico. Nella primissima infanzia, la LIS, sfruttando il canale visivo integro,è un potente ed efficace mezzo a supporto dello sviluppo dei concetti e della comprensione e acquisizione precoce del linguaggio.
- L’acquisizione precoce di una lingua è essenziale per lo sviluppo del pensiero simbolico e della capacità di astrazione.
- In età scolare, la LIS può essere utilizzata, a supporto della didattica, per favorire l’apprendimento e l’alfabetizzazione dei bambini sordi.
- È dimostrata scientificamente l’efficacia delle lingue dei segni nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, dei disturbi dell’apprendimento e dei ritardi nel linguaggio. Inoltre, la LIS tattile è indispensabile nella riabilitazione di molti bambini con sordo-cecità congenita o acquisita.
- Lo sviluppo di adeguate competenze comunicative verbali e non verbali, nel bambino sordo come nell’adulto, risulta assai importante nell’espressione e regolazione delle emozioni, nello sviluppo di una positiva autostima e autoefficacia. Inoltre, per molti individui, l’appartenenza ad una comunità forte e coesa, caratterizzata da una propria lingua e da una propria cultura, come quella Sorda, rappresenta un fattore protettivo rispetto all’insorgenza di sofferenza psicologica
- Le tecnologie nell’ambito dei dispositivi acustici e dei mezzi di comunicazione sono un’acquisizione relativamente recente. Senza una adeguata diffusione della LIS, le persone Sorde adulte e anziane non avrebbero una piena partecipazione sociale e questo con grave compromissione in termini di benessere psicologico. Il mancato riconoscimento della LIS, dunque, rischia di avere un impatto deleterio sul benessere e sulla qualità della vita delle persone sorde, perché limita fortemente l’accessibilità ad occasioni di arricchimento sociale e culturale, nonché la possibilità di esprimere pienamente la propria personalità, vedendo invece questo diritto pienamente riconosciuto a livello legislativo mediante il riconoscimento della LIS.
Per tutti questi motivi chiediamo con forza, una presa di posizione ufficiale da parte degli Ordini degli Psicologi regionali e nazionale e delle associazioni professionali, a favore del riconoscimento legislativo della LIS, come già è avvenuto in occasione di altre importanti proposte legislative[3].
L’iter legislativo della PDL 302 (NT2) sulla Lis è consultabile all’indirizzo:
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/39984.pdf
NOTE:
[1] http://www.istc.cnr.it/sites/default/files/u182/bibliolis_arg_2011.pdf.
[2] http://www.ethnologue.com/
[3] Come le unioni civili e la stepchild adoption.
Primi firmatari:
Olga Capirci, AIP, CNR-ISTC
Maria Cristina Caselli, OdP Lazio, CNR-ISTC
Agostino Curti, OdP Emilia Romagna
Stefania Fadda, OdP Lazio, European Society for Mental Health and Deafness (ESMHD)
Giovanna Filosa, OdP Lazio
Valentina Foa, OdP Piemonte
Gabriele Gianfreda, OdP Lazio, CNR-ISTC
Elisabetta Gusmini, OdP Lombardia
Francesca Romana Lasorsa, OdP Lazio, CNR-ISTC
Mauro Mottinelli, OdP Lombardia, Associazione Italiana Psicologi (AIP), European Society for Mental Health and Deafness (ESMHD)
Federica Pea, OdP Piemonte
Micaela Pini, OdP Lombardia
Pasquale Rinaldi, OdP Lazio, CNR-ISTC
Sara Santini, OdP Lazio
Elena Tomasuolo, OdP Lazio, CNR-ISTC
Virginia Volterra, OdP Lazio, CNR-ISTC
____________________________
Hanno aderito all’appello le seguenti associazioni:
AFISBi
ANIOS
Arte&Mani
CNR-ISTC
CODA Italia
EDBU
Fondazione Arrigo e Pia Pini
Gruppo SILIS
Il Sentiero Dorato Onlus
ISSR
Movimento LIS Subito
Officina LIS
Sotto un unico cielo Onlus
_______________________________
Hanno firmato inoltre:
Felice Damiano Torricelli, OdP Lazio, Presidente ENPAP, fondatore di AltraPsicologia,
Federico Zanon, OdP Veneto, Vice Presidente ENPAP, Presidente AltraPsicologia
Paola Biondi, consigliera segretaria OdP Lazio
Chiara Santi, OdP Emilia Romagna, Membro Direttivo Altra Psicologia
Barbara Manini, ricercatrice Gallaudet University
Vindice Deplano, OdP Lazio, Consiglio Direttivo Regionale (Lazio) dell’Associazione Italiana Formatori (AIF)
Patrizia Belleri, OdP Lazio
Sabina Bianchi, OdP Liguria
Elena Cagnazzo, OdP Lazio
Francesca Campisi, OdP Lazio
Mirella Caruso, OdP Emilia Romagna
Laura Antonietta Critelli, OdP Piemonte, Interprete LIS
Valeria Eleonora Cuntró, OdP Piemonte
Alberto Daniele, OdP Lazio
Agostina Di Dio, OdP Campania
Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro, OdP Toscana
Luisa Donnarumma, OdP Lazio
Judy Esposito, OdP Campania
Immacolata Festa; OdP Campania
Maria Selena Floris, OdP Sardegna
Stefano Gaeta, OdP Campania
Federica Galli, OdP Lazio
Antonella Magno OdP Basilicata
Carmen Marrone, OdP Lazio
Elena Micheloni, OdP Toscana
Silvia Negri, OdP Emilia Romagna
Francesca Nicoletti, OdP Calabria
Ippazio Paiano, OdP Lazio
Lucia Petrone, OdP Lazio
Deborah Pontuale OdP Lazio
Serena Riboni, OdP Lombardia, ENS sez. di Parma
Laura Salvai, OdP Piemonte
Cristiana Sanalitro, OdP Lazio
Elisabetta Scalambra, OdP Emilia Romagna
Roberta Soldani OdP Lazio
Sante Marchetti, laureato in Psicologia
Eleonora Riggiu, laureata in Psicologia